MUSICALNEWS – may 2005
Ascoltando le 12 tracce di questo nuovo album di Dimitri Niccolai, alias Tenedle, balza subito “alle orecchie” una cosa importante: si tratta di un cantautorato, si, ma con un arrangiamento decisamente intrigante e ben curato, basato sull’uso di elettronica minimale, strani samples, ritmiche intrecciate, suoni in reverse…a questo punto qualcuno potrebbe dire:”ecco il solito uso dell’effettistica per mascherare le carenze creative!”…..beh, si sbaglierebbe perchè in “luminal” l’elettronica, senza prevaricare, incornicia canzoni ben costruite, con melodie accattivanti e mai scontate, e con testi decisamente al di sopra della media.
Nei vari brani che si susseguono l’attenzione del cantautore oscilla come un faro appeso a illuminare ora momenti di banalità quotidiane ora momenti di autentica insanità mentale…propendendo visibilmente per quest’ultimi. Basterebbe un’occhiata a titoli come Schizoide, Prima del suicidio, La crisi, Mostri, o la title-track Luminal (un derivato dell’acido barbiturico, ci spiega gentilmente la copertina del cd) basterebbe, dicevo, per intuire questa propensione verso l’insanità.
Ma la conferma definitiva arriva dalle musiche e dai testi, con versi come: “e non ho mai deciso se andrò in paranoia o in paradiso”.
Il solitogiudice frettoloso ora sbraiterebbe: “ecco un altro cantautore depresso con la mania della crisi!”….ma sbaglierebbe di nuovo perchè quello che si coglie
dalle tracce di questo albumè uno spirito addirittura ironico e pungente, più incline alla fantasticheria che alla depressione….e se ci aggiungiamo l’isolamento sociale possiamo ritrovarci nella definizione di “schizoide”, come al solito fornitaci dalla zelante copertina di cui sopra! In conclusione posso dire che Tenedle ha inciso un album fresco, intelligente, piacevole. Decisamentedegno di nota quindi, e per giunta molto coerente e musicalmente omogeneo…. Non ho intenzione di fare i rituali paragoni con questo o quel musicista noto, servirebbero solo a creare confusione…posso però dire che è stata una piacevole sorpresa trovare in questo disco un cantautorato che non sapesse di muffa o di sterile e snobistica imitazione superficiale dei “grandi”, ma che fosse un autentica musica dei giorni nostri, senza per questo sacrificare le canzoni sul tempio della sperimentazione.
Inoltre una nota positiva anche sulla voce un pò ruvida e spontanea (e lontana quindi dalla standardizzazione canora imperante) che dona calore alla freddezza del computer.
Complimenti quindi a Tenedle, con la curiosità di vederlo dal vivo!