“EGOCENTRIFUGO” Live 2011 – ArteArti magazine

_DSC4945webSiamo nati elettronici, chi più chi meno, chi se lo ricorda e chi no._È uno stato d’animo che vive nascosto sotto pelle e si risveglia con una scossa all’arrivo della combinazione giusta. Perché la musica mai lascia indifferenti, quando non è banale, quando nasce per passione: è l’effetto frequenza. Cosa passi per la testa di Tenedle lo sa solo Dimitri Niccolai, forse. Di sicuro là dentro ci sono un sacco di idee e di personalità, oltre a tanta voglia di far bene le cose. _Venerdì 25 febbraio al Teatro Storico di Osteria Nuova ha fatto tappa Grancassa, l’ultimo lavoro di un olandese piuttosto strano, uscito l’otto dicembre scorso in onore di John Lennon (pare che il disco di Obla dì Obla dà, lo abbia tormentato per anni) e prodotto dalla Sussurround (alias Tenedle) per la Ululati dall’Underground Records._Questo disco è originale in tutto, anche nella grafica. Prima di lui sono usciti al sole “Alter” nel 2007 “Luminal” nel 2005 e “Psifreakblusbus” nel 2003; prima ancora, tutta una vita da raccontare._Tenedle è un’esperienza e una speranza musicale nata a Firenze al tempo dei primi sintetizzatori, che adesso vive e cresce ad Haarlem nella lontana Olanda. Ce l’han portato via, ma per fortuna lui l’accento non l’ha perso e neanche la lingua: alla faccia dell’andazzo franco-anglofono preso dagli esponenti della musica patinata, Tenedle canta italiano anche in Olanda e questa cosa ci piace._“Cerco di resistere perdo l’equilibrio ma so che devo insistere”: lo fa veramente.__Maglietta e pantaloni neri, occhiali rosso scuro e guanti neri senza dita (adorabile), alle dieci circa lo pseudonimo è saltato sul palco da dietro le quinte. Con lui, Silvia Vavolo alla voce, Rocco Brunori alla tromba, Dino Giusti alla chitarra e Andrea Matteuzzi che legge i testi prima che il suono li avvolga._Esteta accurato, Dimitri Niccolai ha creato per la serata fiorentina uno spettacolo integrato di suoni, rumori regolarizzati, immagini e voci; visioni fotografiche a scorrimento lento progressivo, chitarre, scatole carillon a manovella, una tromba che fa inclinare le orecchie anche ai gatti e una banana, mangiata in fretta. _Sul palco un Tenedle e sullo schermo un altro, il primo canta il secondo suona: la tecnologia è padrona quanto lui di questo piccolo gioiello che non si ascolta una volta e si ripone, ma si porta in tasca._Ideale è un brano lucidissimo e fiero, “non si abbandona così ciò in cui credi”; Egocentrifugo ti raggiunge con passo felpato “…che splendida creatura ha gli occhi di sua madre vi prego distruggetela con cura, è fragile”; la cura è del suono, “la differenza devo imparare”. _Vero è che “il mondo cambia inevitabilmente e cambia in fretta”, mentre tanti continuano a guardarsi i piedi persi dietro ai giri di Do._Attenzione, questo disco attraversa il tempo.

FRANCESCA VINCI
http://www.artearti.net/magazine/articolo/vai_lentamente_controcorrente/

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