ONDALTERNATIVA febbraio 2008
Le persone che si danno da fare mi sono sempre piaciute. E Tenedle è una di loro. Un uomo instancabile e,soprattutto,un musicista originale, la cui carriera è iniziata molti anni fa,nella seconda metà degli anni ottanta. Sperimentatore, pittore, poeta(perché no?), ha composto musica per opere teatrali e per esposizioni d’arte,ha collaborato con altri musicisti e si è esibito a vari festival. Ora è tornato con il suo terzo album, “Alter”, lavoro che segue più o meno la scia dei due precedenti,basato su un sound elettronico misto a quel pop rock che in Italia conosciamo abbastanza bene.
Ha molto da dire Tenedle con le sue 21 tracce che costituiscono il disco: i temi dei testi,riguardanti argomenti svariati(si passa da una semplice routine ad una storia d’amore), convergono tutti in una critica implicita e profonda rivolta al mondo intero,espressa attraverso modi sottili e con un linguaggio che in certi momenti sfiora l’ermetismo.
Il tutto cantato e raccontato con voce calda:il musicista è in grado di essere romantico,dolce,malinconico ma anche cupo e misterioso;è un uomo a cui sta stretto questo mondo e che ricorre spesso ai sogni per rifugiarsi o,forse, per esplorare nuovi orizzonti.
Come ho già detto le sonorità si avvicinano molto all’elettronica e al pop rock ma hanno anche sfumature indie e sono riconducibili a quelle dei Depeche Mode, probabile fonte ispirativa del cantautore.
Tra le tracce sono presenti degli intervalli musicali di breve durata che fungono da introduzione ai pezzi successivi. Loop ipnotici, sinth, sporadiche comparse di chitarre distorte e pianoforte,introduzioni caotiche:sono questi gli elementi che danno vita alle melodie sulle quali danza la voce di Tenedle.
Certo, non tutti i brani sono delle perle musicali ma altri,come la ritmata“Notte fonda”, “Le mosche sui dolci”, la sensuale “L’ora di ricreazione” che tratta la descrizione di un rapporto sessuale,o la dolce ballata “L’unica stella”, sono pezzi notevoli nel loro piccolo.
Insomma, il nuovo album di Tenedle stimola alla riflessione, trasmette emozioni, narra vicende ed esperienze. Voleva davvero arrivare a tanto? Io credo proprio di si.
DAVIDE ARMENTO
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