Cosa ci puoi dire a proposito della creazione di questo tuo brano che apre il lancio del tuo nuovo album?
Fa parte del nuovo lavoro VULCANO, che è uscito in febbraio (Udu records e Sussurround, ndr) ed è un brano che abbiamo scelto perché rivela il nuovo corso della mia musica. È un brano apparentemente molto leggero con uno slogan apparentemente frivolo, in cui si dicono cose semplici, ma che, in fondo, se si esaminano attentamente, hanno invece una grande importanza. Amore da un altro mondo è un pezzo molto fruibile, suonato con un tocco di maestria dal trombettista Bert Lochs, con cui lavoro in tutto il disco. Il nuovo album racconta un viaggio, un’esperienza immaginaria, ultraterrena, ma anche concreta: una realtà parallela
dell’universo. Guardando la terra dall’universo.
È questo il concetto che cercavi di trasmettere?
Esatto, ultimamente cerco di essere sempre più essenziale e in questo disco c’è questa caratteristica. Quasi tutti i miei pezzi si compongono di parole ripetitive, come appunto dei mantra, senza andare a cercare troppi arzigogolii. Poche parole che raccolgono tutto della situazione umana in questo momento. Il disamore che abbiamo per le cose. Il poco amore per
la Terra; c’è un brano sull’amore reciproco e il disastro che sta combinando l’uomo. Il disco parla di disastri e di genialità dell’essere umano. Perché è ora di scegliere da che parte stare. Non ci sono più scuse. In Amore da un altro mondo viene fuori tutto questo, tutto insieme e in poche parole. Io sono estremamente soddisfatto di questa semplicità.
Ci hai abituati nel tuo precedente album (Grancassa, 2010, ndr) ad nuovo lavoro ?
Vi svelo che Amore da un altro mondo è il brano che assomiglia più a Grancassa. Anche se cerco sempre di non ripetermi. Ho iniziato a lavorare al disco più di un anno fa proprio collezionando suoni nuovi, cercando di crearne nuovi, realizzando percussioni con barattoli, vecchi xilofoni stonati e poi, che passa da momenti di ballabilità a momenti silenziosi e minimalisti.
Credo che in ogni canzone troverete qualche sorpresa.
Paolo Travelli