L’ISOLA CHE NON C’ERA – may 2006
Il titolo dell’album, come conferma la definizione scritta nel retro del libretto, si riferisce a un derivato dell’acido barbiturico usato come ipnotico e narcotico, e I titoli dei singoli brani non sono più rassicuranti : Schizoide, Prima del suicidio, La crisi…..Il quadro inquietante è completato dalla foto di copertina, che ritrae Dimitri Niccolai, in arte Tenedle, con camicia a righe (pigiama da ospedale?), con delle viti conficcate nel cranio e le braccia protese in avanti a cercare una via d’uscita dall’asettica e angusta stanza in cui è chiuso. Ancora più preoccupante è rendersi conto che la schizofrenia o le crisi di cui parlano le canzoni non sono altro che la quotidianità del nostro mondo, fatto di corsa ai saldi di “poveri cristi isterici turisti inutilmente al passo con la moda”, e dall’altra parte di “aeroplani che sganciano bombe poi pane”. Una visione lucida e allucinante della “civiltà” attuale, nel quale i “Mostri” siamo noi, se accettiamo di viverci così com’è, perchè “ci sono gabbie commode”. Diel resto la realtà è talmente agghiacciante che l’unica salvezza è sfuggirle: “il paradiso c’è….ma ci sono pochi letti liberi”. Dotato di voce flebile ma dal timbro piacevole, Tenedle è un giovane autore originale che scrive con attenzione e coerenza I testi, che musicalmente coniuga elettronica e canzone d’autore più classica, e ritmicamente risente di qualche eco di pop-prog alla Supertramp, sebbene sia più suadente e raffinato. Insomma, benchè si possa notare qualche imperfezione di missaggio, siamo di fronte a un disco e a un autore con stile definito e maturo, consolidato da questa seconda prova discografica, nella quale ha davvero qualcosa da dire.
Alessia Cassani